L’idea di questo post è nata pensando alla festa delle donne (8 marzo – premetto di non averla mai festeggiata, anzi, una volta sola andando con alcune mie amiche ad uno spettacolo teatrale che parlava appunto delle donne) e a come venga festeggiata oggi dalla maggior parte delle persone. Ormai è diventata una festa consumistica anche questa, perdendo l’intento originario carico di buone speranze: vi ricordate vero l’origine?
Questa celebrazione si è tenuta per la prima volta negli Stati Uniti nel 1909 (in Italia dal 1922) e viene ripetuta ogni anno per ricordare le conquiste sociali, politiche ed economiche delle donne, ma anche per ricordare le discriminazioni e le violenze che tutt’oggi vengono subite proprio dalle donne in tutto il mondo.
E’ la festa delle donne, e quella donna che viene festeggiata sei proprio tu! Sono tutte le donne che conosci: la tua mamma, la tua nonna e le tue zie e cugine, le tue colleghe, le tue amiche, le donne che incontri al supermercato, al bar, alla fila in posta, che incroci per strada, che ti cuciono i vestiti che indossi, che ti vendono in negozio quegli stessi vestiti… E allora come si fa a rimanere indifferenti, a sminuire una festa così importante, quando siamo noi stesse e le persone a cui vogliamo più bene che potrebbero-possono-sono vittime di violenze e soprusi! Parlo delle grandi ma anche delle piccole violenze che ogni giorno viviamo o a cui assistiamo senza nemmeno rendercene conto, purtroppo.
Guardate questo brevissimo video, trasmesso recentemente sulle reti RAI, della campagna Punto su di te, che affronta i vari volti della discriminazione, partendo dall’idea che il primo passo per combatterla è rendersi conto che la discriminazione esiste.
A me ha fatto molto riflettere… non pensavo ci fossero ancora persone capaci di scrivere tali banalità. Purtroppo mi sbagliavo. Ma, appunto, rendersi conto è il primo passo per poi far proprio questo “progetto di comunicazione integrata che si pone l’obiettivo di superare i pregiudizi in una direzione di maggiore rispetto, ascolto, stima, e a favore di un cambiamento culturale capace di portare ad una reale parità di genere”.
Partendo da questa riflessione, vorrei proporvi un’alternativa ai festeggiamenti consumistici della festa della donna. Al posto di spendere denaro, spendiamo del tempo. Il nostro tempo per stare vicino a qualche donna che conosciamo e che sappiamo ha bisogno di essere ascoltata, aiutata, sostenuta. Basta guardare la realtà senza l’ipocrisia a cui siamo ormai abituati, basta guardare la realtà con gli occhi del nostro cuore. Perchè di donne in difficoltà ce ne sono molte più di quanto pensiamo, anche vicinissime a noi.
Questo potrebbe essere un primo passo per iniziare sconfiggere la discriminazione e la violenza. Un primo piccolissimo passo che può sembrare quasi un niente, ma che se lo moltiplichiamo per il numero delle donne che lo fanno, bè… diventa subito un passo da gigante!
Vi vorrei lasciare con le parole di Papa Francesco sulle donne.
Immagine tratta da questo link. |
“Senza le doti delle donne la vocazione umana non può essere realizzata. Le doti di delicatezza, peculiare sensibilità e tenerezza, di cui è ricco l’animo femminile, rappresentano non solo una genuina forza per la vita delle famiglie, per l’irradiazione di un clima di serenità e di armonia, ma una realtà senza la quale la vocazione umana sarebbe irrealizzabile”.