Questo non é un post, é una seduta psicoterapeutica. Ve lo dico, così se volete potete smettere di leggere. Oggi avevo pensato di scrivere sull’avere ospiti celiaci a cena, ma causa passato ora sono qui a scrivere di me.
Stamattina mi sono presa un paio d’ore per andare a casa dei miei e finire di impacchettare le ultime cose che avevo lasciato quando me ne ero andata di casa anni fa. Stupidamente, non avevo pensato che sarebbe stato un tuffo nel passato. Nelle emozioni. Nei ricordi.
Per prima cosa mi sono resa conto che leggevo tanto. Anzi, tantissimo. Ho libri ovunque, in ogni cassetto, mensola, armadietto. Ho libri veri e propri ma anche stralci di testo che mi avevano particolarmente colpita.
Scrivevo anche molto. E, a quanto pare, bene, visti i numerosi riscontri positivi che ho trovato. Scrivevo poesie e brevi testi di prosa che parlavano di me, delle emozioni che mi schiacciavano e della mia voglia di “break free”.
Ho ritrovato tantissime lettere e biglietti di amici che non vedo da tanto tempo ma con cui ho condiviso parecchi anni della mia vita.
Suonavo e ascoltavo tanta musica. Ho spartiti e accordi ovunque.
Studiavo anche molto, mi informavo, seguivo corsi. Ho ritrovato bozze di progetti, ricerche, idee.
Nel mio piccolo, viaggiavo spesso. Lo testimoniano tutti i biglietti, i volantini, le cartine che ho trovato.
Eppure, a pensarci bene, io non mi sentivo così. Mi sembrava di non fare niente, di sprecare il mio tempo. Mi sentivo sola, spesso non capita. Ero un po’ la pecora nera che aveva pensieri così diversi rispetto a chi mi era vicino. Mi sentivo come in una bolla da cui non riuscivo a liberarmi. Eppure scrivevo di mondi lontani, di spazi aperti, di profondità interiore.
Mentre rispolveravo tutte queste cose sentivo il peso che portavano e che tutt’ora trattengono. Ho risentito la pesantezza di certi sentimenti, la profondità di alcune riflessioni, il desiderio di Libertà, quella con la L maiuscola.
Per molti anni ho combattuto. E con il senno di poi lo capisco ancora meglio. Il mio desiderio di andare, quello soprattutto. Perchè poi la vera Libertà l’ho trovata proprio quando me ne sono andata dall’Italia. Lì si che non avevo condizionamenti e sono riuscita a trovare la vera me.
Vi siete mai chiesti quanto siamo noi veramente e quanto siamo il frutto inconsapevole dei giudizi e dei condizionamenti di chi ci sta attorno? Ve lo siete mai chiesto?
E quanto tempo passiamo per cercare di scrollarci di dosso quello che non ci appartiene? Ma ce l’abbiamo poi il coraggio di dare un taglio netto? Perchè spesso nemmeno ce ne accorgiamo di quanto siamo condizionati fino a quando, per un caso fortuito o perchè lo vogliamo, succede qualcosa che ci apre gli occhi.
Poi ho chiuso gli scatoloni. Oltre alle mani impolverate avevo addosso la pesantezza del passato che non se ne andava.
Per fortuna è bastata una coccola e il sorriso del mio piccolo per aiutarmi a richiudere la porta.
Sono stata travolta da tante emozioni.