Sin da bambina sono sempre stata attenta a rispettare la natura, mi ricordo ancora che avevo creato un piccolo orticello dentro ad una grande scatola. Crescendo ho mantenuto questo atteggiamento. Sono stata la prima, ad esempio, ad introdurre nell’ufficio dove lavoravo la raccolta differenziata. Oggi però, sento che questo non è più sufficiente e quindi sto cercando di diventare zero waste, ossia sto cercando di ridurre al minimo i rifiuti che produco. Non è facile, perché in una famiglia di 6 persone ci sono esigenze diverse e non posso certo obbligare nessun altro a seguirmi. Lo zero waste è un percorso e ognuno deve affrontare il proprio cammino come meglio crede, anche perché se per me è stato facile eliminare una cosa, magari non lo è per te e viceversa.
Tra i libri che ho letto su questo argomento, c’è quello di Linda Maggiori “Impatto zero. Vademecum per famiglie a rifiuti zero.” Ho iniziato a leggere questo libro convinta che sarebbe stato impossibile per la nostra famiglia numerosa adottare appieno questo stile di vita. Pensavo stupidamente fosse più una cosa per famiglie con uno o al massimo due figli. Con mia grande sorpresa, ho scoperto che Linda ha quattro figli! Oltretutto non ha nemmeno un’automobile e ha adottato lo stile di vita senza rifiuti per tutta la famiglia, riuscendoci alla grande e producendo solo 0,5kg di indifferenziata a persona all’anno!
Come può una famiglia vivere a rifiuti zero?
Nel primo capitolo vengono dati molti consigli su come una famiglia possa ridurre i propri rifiuti. Ad esempio:
- Evitare di andare al supermercato (dove tutto è imballato) ma acquistare da produttori locali e a km0 oppure dai GAS (gruppi di acquisto solidale).
- Auto-produrre tutto ciò che si riesce in casa. Dal pane, ai dolci e marmellate, ma anche creme o saponi.
- Evitare l’acquisto di oggetti usa e getta come la carta da forno o la pellicola, oppure stoviglie in plastica o carta per le feste, ecc.
- Bere acqua del rubinetto oppure comprare quella in vetro con vuoto a rendere.
- Utilizzare pannolini, assorbenti, salviettine lavabili.
- Anche per la scuola evitare le classiche penne usa e getta o i pennarelli e preferire delle biro ricaricabili e i pastelli.
- Dare nuova vita a quello che si possiede e aggiustare ciò che si rompe prima di fare nuovi acquisti.
Nel libro si trovano anche molte ricette e suggerimenti utili, ad esempio come fare la marmellata in casa, come preparare la colla, il gel percalli o la lozione anti zanzare.
Vivere senza auto: è possibile?
Lo sapete che in Italia sono davvero molte le famiglie che vivono senza automobile? E parlo anche di famiglie con bambini! Linda, con 4 figli, non ha automobili. Come fa ad organizzarsi?
Le famiglie senza auto, utilizzano mezzi alternativi, come la bicicletta. Ne esistono vari modelli, anche a pedalata assistita, elettriche o con un carrello per portare i bambini o dei bagagli. Il segreto, ci svela Linda, è munirsi dell’abbigliamento giusto per quando piove o per quando fa molto caldo.
L’alternativa alla bicicletta sono i mezzi pubblici. Se si vive in una città ci saranno sicuramente molti più mezzi pubblici a disposizione!
Un’alternativa ancora più economica e zero waste è andare a piedi. In molti paesi, ad esempio, i bambini vanno a scuola con il piedibus ossia a piedi, mentre qualche genitore a turno o degli addetti comunali accompagnano i bambini nel percorso dove ci sono delle vere e proprie fermate per “caricare” gli altri bambini che aspettano.
L’importanza di non sprecare cibo e risorse
Lo sapete che 1,3 miliardi di tonnellate di cibo vengono sprecati e buttati ogni anno?
Uno dei modi per evitare lo spreco di cibo è sicuramente quello di leggere le etichette! Non solo, meglio evitare anche il cibo già pronto e confezionato organizzandosi con la spesa e pianificando i pasti della settimana con un menù. In questo modo si potranno preparare alcuni cibi in anticipo in modo da velocizzare poi i tempi per cucinare a pranzo o a cena. Questo modo ricucinare alcuni ingredienti in anticipo si chiama meal prep, ne avete mai sentito parlare?
Anche l’acqua è un bene prezioso e come tale non va sprecato. Piccoli accorgimenti possono ridurre il suo spreco. Ad esempio basta dotare i rubinetti di casa di filtri frangiflusso (o frangigetto) oppure raccogliere l’acqua dove laviamo frutta e verdura per irrigare le piante.
Linda suggerisce anche di sfruttare a nostro vantaggio il potere del sole e quello del freddo. Ad esempio per far essiccare frutta e verdura basta esporli al sole sopra ad un essiccatore a rete fine oppure usare un forno o barbecue solare per cuocere i cibi! Chi abita in luoghi con inverni rigidi, al posto del frigorifero può allestire una piccola dispensa all’aperto o sul balcone. Avevate mai pensato a queste alternative?
Cos’è l’impronta ecologica e come calcolarla
Vi siete mai chiesti quante risorse servano per mantenere lo stile di vita che conducete? Questo calcolo è chiamato impronta ecologica o carbon footprint e ci mostra se i nostri consumi sono sostenibili per il pianeta o no. Esistono diverse piattaforme per calcolarla, ad esempio:
Per avere uno stile di vita sostenibile, il risultato deve essere 1 pianeta (o meno). In questo caso possiamo ritenerci soddisfatti, anche se c’è sempre la possibilità di migliorare! Se il vostro risultato è maggiore di un pianeta, forse è il caso che rivediate le vostre abitudini. Ho provato anche io a rispondere alle domande dei due test e i risultati sono molto simili: 1,37 pianeti e 1,2 pianeti. Devo dire però che questi test sono molto parziali ma nello stesso tempo sono utili per capire il nostro stile di vita.
Come diventare consumatori zero waste
Vivere ad impatto zero non vuole dire fare una vita da eremiti, usando vestiti logori. Ma significa essere consumatori consapevoli e critici. Vuol dire non farsi inghiottire dal vortice del consumismo e del marketing, ma capire realmente quali sono i nostri bisogni e acquistare solo quello di cui necessitiamo. Ve ne avevo già parlato molto tempo fa in uno dei miei primi post qui sul blog. Avevo riflettuto su quali fossero gli acquisti davvero utili quando nasce un bambino, prendendo spunto dal libro “Bebè a costo zero” di Giorgia Cozza.
Voi che tipo di consumatori siete? Riuscite ad avere uno stile di vita sostenibile? Avete degli accorgimento zero waste da condividere?
Con questo articolo partecipo al concorso #unblogalmese del mese di novembre 2019 indetto dal blog Trippando
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Perchè usate degli inglesismi come Zero Waste o meal prep invece di scrivere semplicemente RIFIUTI ZERO e pasti precucinati?! Non è abbastanza chic utilizzare l’idioma nazionale?!
Buongiorno. Non è una questione di essere chic o meno. Più semplicemente, molti dei libri e articoli che parlano di questi temi sono scritti in inglese e leggendo spesso in questa lingua viene poi automatico utilizzare questi termini.